La prima volta a Londra fu l’anno precedente, Giugno 1985. Nell’Agosto dell’86 ci tornai per tre settimane con una vacanza-studio, ospite di una famiglia nella periferia nord. In quei primi viaggi mi innamorai di Londra e della Gran Bretagna, del paesaggio urbano e degli stili di vita innumerevoli e perfettamente integrati che incontravi in ogni momento. Potevo riconoscere le atmosfere di molte delle canzoni che amavo, e trovarmi ancora più in sintonia per capire la musica che arrivava da lì.
La prima volta a Londra comprai Life’s a riot with spy vs. spy, il primo disco di Billy Bragg. (One more time, grazie al Venerato.) Ecco, per amare Billy Bragg bisogna amare l’Inghilterra: canzoni sulla vita della gente comune, la voce e la pronuncia di una persona normale, una chitarra punk senza dietro una band. L’urgenza di esprimersi, prima di ogni altro parametro artistico. Più indipendente di tutte le indie band nelle classifiche indie delle etichette indie, così indipendente da girare il Paese solo con le sue canzoni e la sua chitarra.
Talking with the taxman about poetry è il suo capolavoro; i singoli furono prima Levi’s Stubbs tears e poi Greetings to the new brunette. Difficilissimo dire razionalmente quale dei due sia il più bello; ma questa è una lista del cuore, e per me non ci sono dubbi.
Here we are in our summer’s years,
Living on ice cream and chocolate kisses.
Would the leaves fall from the trees
If I was your old man and you were my missus?
Una delle mie canzoni d’amore preferite; e sull’estate; e sull’essere innamorati d’estate; e sull’essere a Londra d’estate pensando di essere innamorati; e sul rimpianto di quando si è stati innamorati d’estate (a Londra, o in qualsiasi altro posto).
Una delle mie canzoni preferite con la chitarra di Johnny Marr (sì, comprese quelle degli Smiths).