1986 – Quel nome strano letto sulle riviste si rivela dalle onde radio: Don’t want to know if you are lonely a Stereodrome e Sorry somehow su una radio di Pavia.
1987 – Il pomeriggio che ho portato a casa Warehouse: Songs and stories. Come ero quando ho calato la puntina ed è partita These important years. Come ero diventato quando è finita You can live at home.
1989 – La distanza incolmabile tra Workbook e Intolerance. Riuscire ad abituarsi a tutto quel buio, poi aprire quelle big windows to let in the sun.
1990 – L’effimero boom dei negozi di noleggio CD, molti anni prima dei download delle discografie complete: una dopo l’altra le cassette forse più preziose in assoluto, quelle con Candy apple grey, Flip your wig, Zen Arcade e New day rising (ancora oggi questo è il buco più doloroso nella collezione di CD).
1991 – Un anno così pazzesco da poter fare a meno del nuovo disco di Grant Hart coi Nova Mob; trovare la cassetta sul catalogo Top Ten a 2.900 Lire e dimenticarsela subito.
1994 – Shoot your way to freedom ascoltata nel negozietto di Via Magenta a Lodi e sparata in heavy rotation nelle notti di Taxi Driver e in quelle sulla branda della Casa Famiglia S.Giacomo a Crema nell’anno di servizio civile.
1995 – Ecce Homo: uno dei live più belli, dolorosi e dimenticati della storia.
1997 – Alla radio scambio alla pari con Fabio Ravera il CD delle 4 Non Blondes con quello di Everything falls apart and more: si riempie un altro buco della discografia Husker Du.
1999 – Pochi ascolti frettolosi per Good news for modern man: eravamo abituati troppo bene alle buone notizie degli anni 80 e 90 e non sapevamo che stavano per finire per sempre.
2009 – A quel punto era già bello sapere che Grant era ancora vivo: poi Hot wax aveva anche dei bei momenti, ma in realtà non avevo più niente da chiedergli.
2013 – Forse da oggi ascolteremo The argument con ancora più attenzione e profondità e comprenderemo meglio quanto sia stato prezioso l’ultimo momento di grazia di questo grandissimo talento perso e ritrovato.
2016 – Alla fiera di Novegro scopro Oeuvrevue: anche una discografia così scarna può svelare perle sepolte chissà dove, chissà perché.
Più avanti arriverà anche tutta la Discography at 50 con gli Husker Du, Bob Mould e perfino un cofanetto nuovo con 47 canzoni inedite… Ma stanotte avevo da buttare fuori almeno questo, dopo tutta una giornata in apnea a pensare a Grant Hart che non c’è più e a ricordare tutte le cose che tu ed io siamo diventati.
bellissimo ricordo di un grande. Lui e gli Huskers sono stati veramente importanti e indimenticabili. gira intolerance sul mio piatto oggi, come ha girato ieri, e la mente ritorna ad un concerto lontanissimo. Che peccato.
Io avrò sempre il rimpianto, oltre che di non aver mai visto gli Husker Du, di non aver visto nemmeno Grant.
Un abbraccio
Quelle triste nouvelle !
Pour les fans, un hommage de Scott Hudson sur Rant-a-Bit
http://scotthudson.blogspot.ch/2017/09/live-ledge-302-grant-hart.html#more
First listen : “Savage Young Dü”, sortie novembre 2017, triple CDs [69 chansons enregistrées entre 1979 et 1982] et un livret de 144 pages écrit par Erin Osman sur l’évolution d’Hüsker Dü avant sa signature avec le label SST en 1983.
http://www.npr.org/2017/09/05/547854997/first-listen-husker-du-savage-young-du
Merci Sombrero… It’s so sad that it happened just some weeks before this long overdue exploration of what’s in Husker Du vaults. We’ll have some more music to remember Grant.
Ciao questo mio modesto post per Grant …
http://www.sullamaca.it/musica/il-mio-grant-hart/