50 Discographies at 50 – THE JESUS AND MARY CHAIN (19/50)

Psychocandy (1985)
Darklands (1987)
Barbed Wire Kisses (1988)
Automatic (1989)
Honey’s Dead (1992)
The Sound Of Speed (1993)

I dischi in vinile non si possono non amare, ma negli ultimi anni si è moltiplicata una categoria di appassionati molto più talebani di me, per i quali non solo bisogna resistere allo streaming e al downloading, ma anche il formato CD deve essere disprezzato senza pietà. Personalmente comincio a non sopportarli più, soprattutto quando sono così acritici da negare l’evidenza. Se l’assoluta superiorità sonora di una buona incisione in vinile è opinabile ma sostenibile, questi soggetti diventano dei ridicoli autolesionisti quando scelgono per principio copie o incisioni pessime, in cui non solo la masterizzazione è carente, ma i “magici” rumori di fondo (così “caldi e imperfetti come le nostre vite”) sono tanto continui da essere autentiche torture sonore.

Indimenticabile per me il ricordo di Darklands dei Jesus and Mary Chain, nell’autunno del 1987, per il quale tornai ben 3 volte da Supporti Fonografici (nella prima sede di via Coni Zugna). La stampa italiana, di qualità infima, aveva quel bel difetto che molti ben ricorderanno, e che si definiva efficacemente con l’espressione: “il disco frigge”. La prima volta che lo riportai la tesi fu: tranquillo, è solo una copia difettosa, tieni quest’altra copia sigillata. Per provare poi quella bella sensazione di frustrazione, quando a casa posavi la puntina, e il crepitio si riproduceva, perfettamente identico alla prima copia… E così al terzo giro il commesso freak col capello lunghissimo e bisunto (si chiamava Sergio?), scocciato e risentito, rilanciò un memorabile: “Ma scusa, prenditi il CD, no?”. Bravo, peccato che il mio primo lettore sarebbe arrivato quasi due anni dopo. Ovviamente nella Mecca milanese dei dischi d’importazione, l’unica novità di cui era disponibile solo l’edizione italiana era proprio l’album dei Jesus and Mary Chain. Gli dissi gentilmente di cambiarmelo con un altro LP nuovo (era Document dei R.E.M.?) e la chiudemmo così. Il paradosso fu che un paio di mesi dopo trovai una perfetta copia tedesca di Darklands nel provincialissimo corso Roma di Lodi da Arosio…

Mi sono perso in questi ricordi del vero tempo del vinile solo per dire che, per questa parzialissima Discography dei Jesus and Mary Chain, rigorosamente limitata ai loro primi anni, gli svalutati CD vanno benissimo, meglio del solito. Perchè nonostante siano entrati nella Storia per i loro brani sfregiati da lame di feedback, ogni loro canzone era un congegno pensato e curato in ogni dettaglio. Tutto quel rumore era progettato, scelto e sistemato al livello giusto, secondo per secondo, e per questo non può essere rovinato da casuali (e decisamente sopravvalutati) rumori di fondo. E a maggior ragione per Darklands, che iniziava con la ballata omonima, scioccante non per il rumore ma per il nitore perfetto di quella chitarra quasi da Dire Straits liofilizzati, che con dolce abbandono ti trascinava nell’oscurità totale.

I’m going to the darklands
To talk in rhyme
With my chaotic soul
As sure as life means nothing
And all things end in nothing
And heaven I think
Is too close to hell
I want to move I want to go
I want to go
Oh something won’t let me
Go to the place
Where the darklands are
And I awake from dreams
To a scary world of screams
And heaven I think
Is too close to hell
I want to move I want to go
I want to go
Take me to the dark
Oh God I get down on my knees
And I feel like I could die
By the river of disease
And I feel that I’m dying
And I’m dying
I’m down on my knees
Oh I’m down
I want to go I want to stay
I want to stay

I Jesus and Mary Chain l’anno scorso sono tornati, pare con un bel disco. Io non lo voglio ascoltare. Non mi mancano i Jesus and Mary Chain. Mi manca tutto quello spazio vuoto da riempire, che le classifiche di quegli anni ignoravano e che dava senso a una parola come Indie. Mi manca quel modo di progettare le canzoni come se fossero parti di una strategia per qualcosa più grande della vita, fosse anche la forza del pensiero negativo. William e Jim Reid sono l’estremo opposto di Donald Fagen e Walter Becker degli Steely Dan. Il massimo e il minimo delle conoscenze musicali, eppure coppie di autori con un talento speciale per creare grandi canzoni che non potrebbero essere più diverse, ma che mi piacciono in egual misura. Per questo quando qualcuno mi chiede che musica ascolto non so mai cosa rispondere, e va a finire che dico sempre solo: “Bruce Springsteen”.

11 pensieri su “50 Discographies at 50 – THE JESUS AND MARY CHAIN (19/50)

  1. Saggio come sempre!
    Nemmeno io so mai cosa rispondere quando mi chiedono che musica ascolto, sono passato da David Bowie a Lou Reed e poi ai gruppi 60’s inglesi, poi al Kraut, al Funk, ai cantautori italiani e non, alla New Wave e al jazz… e il bello è che mi piace tutto ! Perché limitarsi quando c’è così tanta musica bellissima da ascoltare ???
    Un abbraccio

      • La classe e la gentilezza che trovi da Buscemi non la trovi in nessuna parte del mondo !
        Mi ricordo quando sono entrato e ho chiesto:
        “Scusi, ha “The Neighborhood” dei Los Lobos ?”
        “A me i Los Lobos fanno cagare” mi risponde. Io credevo volesse fare il simpatico e lo guardo con l’espressione “e a me cosa me ne frega ?” Ma niente, il tempo a me concesso era già terminato e lui stava già chiedendo a quello dopo di me cosa voleva.
        Giuro che ci sono rimasto secco ! In pratica ero entrato, avevo chiesto un disco e lui dopo avermi detto che il disco che volevo gli provocava movimenti intestinali mi veniva fatto capire che ero diventato invisibile.
        Un altra volta ho chiesto cosa mi consigliava dei Mogway e non mi ha risposto perché riteneva che qualunque disco era perfetto e un altra uno di loro si è offeso perché gli ho chiesto come mai fossero così sforniti di Soul, quel giorno avevano un disco di Sam Cooke, due di Otis Redding, un paio di Stevie Wonder e nessuno di Isaac Hayes !

  2. Che bell’articolo Andrea! E sul vinile non ti si può non dare ragione, secondo me; e nonostante tutto i cd non accennano a scendere (ulteriormente) di prezzo…
    Ciao

    • Grazie mille Orgio!
      Almeno i CD, a differenza dei vinili, non aumentano da decenni… e se parliamo di usati, gli affari che ho fatto negli ultimi anni sono stati incredibili!

      • Verissimo. A dire il vero, una parte del bello di restare fedeli ai cd è un proprio quella di “fare affari con loro”. A dirla tutta i cd sono forse l’unico bene che non è aumentato di prezzo all’indomani della fatidica conversione valutaria: da quarantamila lire a venti euro, circa.
        E comunque il collezionismo più micragnoso ha già raggiunto anche i cd, perché per certi generi musicali c’è gente che si contende a decine ciò che in vinile troverebbe a paia. Oh well, whatever ecc.
        Comunque, se ti capita, l’ultimo dei Jesus & Mary Chain non è niente male.

      • Ma infatti, vedrai che appena lo trovo usato me lo prendo… prima che tra qualche anno diventi abbastanza raro da farlo alzare di prezzo!

  3. Ciao, io invece quando ho sentito il primo dei J&MC pensavo si fosse rotta la puntina….a te non è capitato? alla domanda su che musica ascolto …..dio santo quanto tempo che nessuno più me lo chiede, perchè chi mi conosce lo sa già, chi non mi conosce di solito non conosce i gruppi che conosco io, per cui non saprei più cosa rispondere. Ma ho trovato insospettabili fan tra le personme più disparate anche sul lavoro e li allora sono scintille

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