45 45s at 45: SLOW EMOTION REPLAY – THE THE, 1993 (28/45)

Dusk. Il crepuscolo. La notte che arriva e si stende sulle città. La notte che entra nelle anime.

Tra i dischi che raccontano la notte, questo album di The The ha un posto tutto suo. Un capolavoro che non ha avuto finora i riconoscimenti che avrebbe meritato; ma sono convinto che prima o poi, nei corsi e ricorsi storici, il suo momento arriverà.

In quel periodo partecipavo con Cipo ed altri all’acquisto dei dischi per Radio Lodi, presso un grossista di via Mecenate a Milano. Per prendere più dischi si sceglievano solo vinili (che costavano molto meno dei CD), ed un giorno portammo in radio anche il nuovo LP di The The, che negli anni precedenti aveva raggiunto in Italia una dignitosa notorietà. Iniziammo a trasmetterlo con Paolo Corsi a Psychocandy: il primo singolo era Dogs of lust, ma Slow emotion replay usciva dagli speaker in modo spettacolare e si impose per acclamazione nelle nostre playlist. Poi a settembre Paolo continuò con Massimo Boni (noto anche come L’Ingegner Boni) e con Demon Box, mentre io iniziai il programma al quale sono più legato: Taxi Driver. Partivo dopo di loro alle 22.30 e arrivavo fino a mezzanotte; sostanzialmente mi facevo dei veri e propri viaggi con la musica, alimentando tutte le suggestioni possibili con le atmosfere notturne e spaziando sia tra le cose fantastiche che uscivano a ritmo continuo in quegli anni d’oro, che tra i classici del passato più o meno recente.

In quelle notti della nostra radio di provincia, soprattutto tra il ’93 e il ’95, suonai le canzoni di Dusk decine di volte. Se dovessi scegliere, tra tantissimi capolavori, un album simbolo di Taxi Driver, sarebbe proprio Dusk. Love is stronger than death, True happiness this way lies, Helpline operator, Lonely planet, This is the night… E poi il punto di massima intensità, Bluer than midnight, con La Grande Domanda:

Why love can never touch my heart like fear does?

Da allora sono passati tanti anni; per questa Domanda e per molte altre abbiamo trovato delle risposte, qualcuna giusta, molte sbagliate… Mentre l’unica cosa che è rimasta sempre uguale è che everybody knows what’s going wrong with the world, but I don’t even know what’s going on in myself…

E con questa, sono 3 canzoni con dentro Johnny Marr: il musicista più presente in questi 45 45s. Giuro che non l’ho fatto apposta, ma sicuramente un motivo ci sarà…