45 45s at 45: PRIDE (IN THE NAME OF LOVE) – U2 (10/45)

E’ il problema delle canzoni (e delle band) che diventano troppo grandi. Non le senti più, non ne vuoi più sapere. Even Conventional Wife (il tipo di fan che faceva baciare il poster di Bono alla sorellina) says: Basta…

Calma. Prova a rimettere su The unforgettable fire. Quanti anni sono che non lo riascolti? Venti? Sicuramente più di dieci… Sorpresa: è ancora un disco fantastico. La produzione di Brian Eno e Daniel Lanois non è invecchiata e le canzoni sono classici enormi, ma con sfumature di psichedelia e di new wave che straniscono ancora oggi. E allora ti ricordi di quanto anche Pride uscisse strana dalle radio e da DeeJay Television, e di quanto quelle parole suonassero vere e importanti. (Ok, se hai meno di 40 anni non te lo puoi ricordare, ma ti assicuro che c’è stato un tempo in cui gli U2 erano strani. Ed è anche questa la grandezza di band come loro, i Beatles e forse nessun altro: che c’era un prima, in cui la percezione della musica era diversa e poi un dopo, in cui tutto il mondo condivide quella musica.)

Questo è un blog di dischi, non è nato per commentare l’attualità. Ma poche ore fa è morto il cardinale Carlo Maria Martini, ed è per me significativo scrivere queste cose sugli U2 proprio stanotte. Considero Martini uno degli uomini più grandi del nostro tempo. La bellezza, la profondità e la chiarezza delle sue parole hanno un valore inestimabile, che resterà e crescerà nel tempo. Anni fa ho avuto una piccola esperienza professionale collegata alla sua comunicazione ed ai suoi libri: anche stare in un magazzino, circondati dai bancali con i suoi volumi impilati, dava la sensazione di essere in un posto importante.

Da parecchi anni ormai Martini era uscito di scena, e da prima ancora la sua figura era rimasta isolata all’interno della Chiesa. Ecco, stanotte voglio ricordarmi di quando era possibile pensare ad una Chiesa che bada alla sostanza e non alla forma, che fa quello che predica, che parla con la gente e non con il potere, che ascolta la gente e non il potere. Lo stesso tempo in cui era possibile un rock che parlasse di Dio, della fede, della ricerca e della preghiera, con l’intensità febbrile dei Television e dei Joy Division e senza mega raduni di Papa-boys. Voglio ricordare Martini, gli U2 ed il senso del futuro. They took your life, but they could not take your pride.